T=tempo

L’anno appena trascorso si è polverizzato, insieme al suo modello di sviluppo. Ma, esiste un modo per recuperare il tempo perduto? Cosa può fare una piccola o media impresa per rimettersi in gioco?
La ripresa economica sta imponendo alle imprese la revisione delle proprie logiche interne e del proprio posizionamento sul mercato. A trasformazione avviata (o avvenuta) ogni azienda deve anche comunicare il proprio cambiamento.

Comunicare è sinonimo di connettere.

Comunicare, ora, significa: mettere in connessione persone, piattaforme, dispositivi, luoghi.

L’anno alle nostre spalle ci ha costretti a rivedere i ritmi di vita e la nostra collocazione nel tempo e nello spazio. Un tempo compulsivo, intasato e scarso ha improvvisamente  invertito la sua marcia ed è diventato libero, dilatato, scandito da ritmi più naturali, biologici, ritmi che non hanno bisogno di orologio. Lo spazio ha subito identico stravolgimento. Uno spazio urbano caotico, trafficato, sovraffollato, denso e veloce è diventato improvvisamente vuoto, semidesertico, silenzioso, surreale.
Il tempo veloce è diventato lento e gli spazi, sempre più privati, hanno perso la loro dimensione pubblica. Stessa cosa sta accadendo sulla rete. I social media per esempio, da piazze pubbliche, stanno diventando sempre più private: la proliferazione dei gruppi chiusi ne sono la prova e Clubhouse è solo il fenomeno più recente.

La società super produttiva e consumistica si è arrestata bruscamente: l’iperattività è stata sostituita dalla lentezza, gli spazi multipli da un unico luogo. Allora, la vera domanda è: come possiamo restituire il giusto valore al nostro tempo?
Cos’è rimasto di quelle che credevamo le regole, economiche e sociali, incontrovertibili? Poco, molto poco! Le regole vigenti non sono per sempre, non sono immutabili e soprattutto non sono le migliori, in assoluto. Il cambiamento ci è piombato addosso, con una velocità annunciata solo nella fantasia di pochi visionari, diventando il paradigma di questa pandemia: mentre tutto rallentava solo due dimensioni acceleravano incredibilmente: la rivoluzione digitale e la non più rinviabile conversione ecologica!

Si, perchè la digitalizzazione è l’unico processo che avanza a ritmi sostenuti, mentre la conversione ecologica è appena uscita dalle nicchie ambientaliste e avrà bisogno di molto tempo e risorse per esplodere. Ambasciatrice di entrambe le scommesse è  “sua maestà la comunicazione” che ha definitivamente dismesso la fisicità della carta, per viaggiare “più veloce della luce” col supporto della fibra e del 5G. Resta inteso che, anche alle soglie del terzo millennio, il marketing e la comunicazione rimangono fondamentali e interdipendenti, ma per stare al passo coi tempi, devono render conto ad un terzo socio di maggioranza: il digitale, il cui impatto sulla vita economica e sociale è ancora tutto in divenire e la comunicazione resta il portavoce ufficiale di questa grande rivoluzione.

E tu? cosa aspetti per rimetterti in gioco?